👩🏼🎤 Taylor Swift può salvare Joe Biden?
Sposterà più voti un endorsement di Swift o questa orecchiabilissima canzone per Nikki Haley? Intanto il GOP vota due volte in Nevada in tre giorni: in un'elezione è candidata Haley, nell'altra Trump.
In questi giorni i media statunitensi parlano molto di un possibile endorsement di Taylor Swift per Joe Biden.
C’è tutta una letteratura sulla sopravvalutazione dell’effetto del coinvolgimento dei VIP nella politica, e i media lo sanno, ma c’è anche la sensazione che questo caso potrebbe essere diverso.
In questi giorni il governatore Dem della California Gavin Newsom si è sbilanciato un po’ con le dichiarazioni, non nascondendo la voglia di coinvolgere Swift nella campagna.
Newsom fa riferimento anche alla provata capacità della popstar originaria della Pennsylvania (stato chiave, fra parentesi) di coinvolgere i giovani elettori. Si riferisce a un episodio dello scorso settembre, quando dopo un appello a registrarsi per votare alle elezioni sull’account Instagram di Swift 35.000 persone si iscrissero sul sito che aveva linkato.
Partiamo da una premessa. Nessuno ha dubbi sul fatto che se Taylor Swift decidesse di esporsi politicamente lo farebbe per il Partito Democratico e per Joe Biden. Swift, infatti, non ha sostenuto Hillary Clinton nel 2016, ma ha annunciato esplicitamente il suo endorsement a Biden nel 2020.
Intanto i Repubblicani non hanno perso tempo e hanno iniziato a tentare di infangare la fama della cantautrice con fantasiose teorie cospirazioniste come quella che la vorrebbe un’agente del Pentagono.
C’è stata anche una brutta storia di deep-fake sessualmente espliciti riguardanti proprio Swift, e la Casa Bianca si è esposta in difesa della cantautrice.
Ma basta una superstar per vincere un’elezione?
Un precedente abbastanza clamoroso: LeBron James, fresco vincitore di uno storico titolo NBA con i suoi Cleveland Cavaliers, sostiene Hillary Clinton in Ohio. In quello stato vincerà poi Trump di 8 punti.
Quanti voti sposta Taylor Swift
Sono dati da prendere con le molle, perché un conto è rispondere a un sondaggio, altro decidere per davvero chi votare. Ma un sondaggio di Redfield & Wilton Strategies per The Newsweek ha indagato il possibile “effetto Swift” sulle elezioni, scoprendo che il 18% degli elettori voterebbe con maggiore probabilità un candidato sostenuto da Taylor Swift. Lo afferma il 21% di chi nel 2020 ha votato Biden, il 18% di chi ha votato Trump e il 7% di chi non ha votato.
Nello specifico, qualora Swift sostenesse esplicitamente il candidato Democratico, il 24% degli elettori di Biden del 2020 sarebbe più intenzionato a rivotarlo (contro un 10% che sarebbe meno invogliato), e l’endorsement potrebbe attrarre anche il 13% degli elettori di Trump e il 7% degli astenuti.
Gli elettori che sarebbero più influenzati in positivo da un eventuale endorsement di Taylor Swift sono gli under 35: sul New York Times c’è una lunga analisi che racconta come la campagna Biden voglia puntare su influencer e creator social per arrivare agli elettori più giovani, che per ora di fronte all’eventualità di dover (ri)votare Biden sembrano freddini (c’entra anche Gaza). Nel 2020 i suoi strateghi social c’erano riusciti.
Ma quanto è famosa Taylor Swift?
Vediamo ulteriori dati dallo stesso sondaggio per capire perché Taylor Swift non è una cantante come gli altri:
Intanto, conosce bene o molto bene Taylor Swift il 71% degli elettori, mentre solo il 6% non la conosce.
Si definisce un fan di Taylor Swift il 45% degli elettori.
Il 48% degli elettori pensa che Swift voterebbe per i Democratici, mentre solo il 18% pensa che sia un’elettrice del GOP.
Numeri che non si allontanano molto da quelli di YouGov, che stima che Taylor Swift sia conosciuta dal 96% degli statunitensi e apprezzata dal 54% di essi. Per fare un confronto, sia Trump che Biden sono conosciuti dal 98% degli statunitensi ma sono decisamente meno apprezzati.
Il non duello Trump-Haley
Chiudiamo la parentesi musicale e torniamo alle primarie dei Repubblicani.
Vi ricordate il pasticcio dei Democratici in New Hampshire? Beh, anche il GOP ha i suoi grattacapi. Il 6 febbraio si terranno le primarie in Nevada, rese obbligatorie da una legge del 2021. Due giorni dopo, però, si terranno i caucus del Nevada, gli unici riconosciuti dal partito e gli unici ad assegnare delegati.
Sembra già una situazione bizzarra, ma la cosa più curiosa è che in Nevada il duello fra Trump e Haley non ci sarà, perché l’ex Presidente sarà solo sulla scheda dei caucus, mentre Haley partecipa solo alle primarie. Non è chiarissimo il motivo per cui l’ex governatrice del South Carolina abbia preso questa decisione, ma potrebbe dipendere dalla volontà di evitare un’altra sconfitta che la indebolirebbe, forse definitivamente, prima che le primarie arrivino nel suo home state, il South Carolina, dove non è messa benissimo.
Soprattutto in queste primissime fasi, d’altronde, i risultati delle primarie servono a creare narrazioni, mandare segnali di forza, convincere sostenitori, media e finanziatori delle proprie possibilità, e solo secondariamente ad accumulare delegati.
Insomma: se rinunciare ad una manciata di delegati può quindi aiutare Haley ad evitare una brutta figura, rinunciare ai caucus in Nevada potrebbe forse non essere un’idea così balzana. O quantomeno, meno balzana del tweet che state per vedere.
🎶 We need you Nikki right now… 🎶
Riapriamo la parentesi musicale per dirvi che chi vi scrive è un grande appassionato di canzoni elettorali, con le loro melodie super orecchiabili, i testi privi di ogni pretesa poetica e, se possibile, i balletti.
Ci siamo imbattuti in questa canzone per Nikki Haley e pensiamo che dobbiate sentirla, almeno fino alla parte rappata.
Per par condicio, appena parleremo dell’elettorato latino-americano ve ne proporremo anche una vecchia di Donald Trump che non dimenticherete facilmente.
Tutto il resto: l’Illinois non ferma Trump, Biden stravincerà in South Carolina, gli elettori voteranno candidati che non amano affatto e i sondaggi più affidabili
👩⚖️ La commissione per le elezioni dello Stato dell’Illinois ha detto di non avere l’autorità per decidere se Trump debba essere escluso dalle primarie locali. L’8 febbraio la Corte Suprema dovrebbe discutere la questione sollevata dal Colorado, ma intanto forse occorre ripassare cosa hanno deciso i vari stati in merito.
🌴 Il 3 febbraio si vota anche per le primarie Dem in South Carolina, la prima tappa riconosciuta dal partito nazionale. Non ci dilunghiamo, dal momento che Biden nell’ultimo sondaggio uscito circa un mese fa (e a dire il vero anche su un campione molto piccolo) è avanti di 64 punti.
😥 Gallup ha chiesto in un sondaggio se gli americani voterebbero per un Presidente che ha determinate caratteristiche sociali e demografiche come genere, religione ed età. Più scendete in basso più vi sembrerà di riconoscere gli attuali candidati favoriti.
📊 FiveThirtyEight ha aggiornato la sua classifica sull’affidabilità di oltre 500 istituti demoscopici. Troverete nelle prime posizioni molti istituti che citiamo spesso, a partire da Siena College/The New York Times, al quale cerchiamo di attingere il più possibile.
Altre letture
I Repubblicani alla Camera hanno votato per avviare le procedure di impeachment contro il segretario per la sicurezza interna Alejandro Mayorkas. Se ne riparlerà, anche perché l’immigrazione sarà uno dei grandi temi della campagna. Ne scrive il Washington Post.
Trump è stato condannato nel caso diffamazione ai danni dell’autrice americana E. Jean Carroll e dovrà pagare 88 milioni di dollari. Ma quanti soldi ha Donald Trump? Ne ha scritto tempo fa Forbes ipotizzando una cifra intorno ai 2,6 miliardi.
Si è parlato molto di come i guai giudiziari di Trump possano sulla carta rallentare la sua campagna, ma forse si è sottovalutato quanto costino all’ex Presidente, che per ora ha speso più soldi per i processi che per gli spot. Ne ha parlato Politico.
Jim Clyburn è una delle persone a cui Joe Biden deve la vittoria quattro anni fa, ma pare che stavolta stia facendo fatica a convincere i suoi elettori più giovani (in gran parte afro-americani) a votarlo. C’entrano anche i social. Su NBC News.