📨 Si sta già votando e Trump sta andando bene
I Repubblicani recuperano nel voto anticipato, ma sulle proposte vince Harris. Trump punta i giovani maschi spaventati, Bill Gates aiuta Harris, Elon Musk regala soldi forse illegalmente.
Le elezioni si tengono il 5 novembre, ma il voto è già iniziato. Negli USA infatti è possibile votare in anticipo - con regole e tempi che cambiano da stato a stato - sia per posta sia di persona in giorni diversi rispetto a quelli “ufficiali”.
Se ne parlò tantissimo nel 2020, quando, anche per la paura di contagiarsi in un periodo in cui il Covid-19 era molto diffuso e non esisteva ancora un vaccino, molti elettori ricorsero a forme di voto anticipato. Nel 2020 il 43% degli elettori (il 60% dei Democratici e il 32% dei Repubblicani) votò per posta, il 23% di persona ma in anticipo, solo il 31% dei voti, meno di un terzo, fu espresso di persona nel giorno del voto.
Questo fenomeno rallentò tantissimo lo scrutinio e diede l’impressione di un’inevitabile vittoria di Donald Trump che poi non si verificò. Anche per questo ci furono molte polemiche e complotti, ma anche uno dei tweet più famosi di sempre.
Anche nel 2024 il voto anticipato esiste - anche se non con i numeri del 2020 - e i primi dati sono incoraggianti per Donald Trump.
Intanto se volete seguire l'election night insieme a noi vi aspettiamo il 5 novembre alle 21:00 alle OGR di Torino. L'ingresso è gratuito e ci prenota qui.
I Repubblicani stanno recuperando, almeno nel voto anticipato
Quest’anno l'influenza del voto anticipato, in ogni sua forma, sarà minore. Secondo i dati raccolti dal New York Times circa 24 milioni di voti sono già stati espressi, ma il numero è destinato a salire (secondo alcune fonti già oggi è più alto), visto che le richieste per votare per posta sono già oltre 60 milioni.
Non dobbiamo aspettarci i dati del 2020, e non solo perché non c’è una pandemia di mezzo e non c’è una politicizzazione del metodo di voto. Quattro anni fa infatti votare in anticipo o nell’election day era anche un modo per manifestare il proprio grado di preoccupazione per il Covid-19. In quell’occasione peraltro molti stati avevano reso più facile l’accesso al voto anticipato, mentre quest’anno è successo il contrario.
Probabilmente però sarà anche molto diverso il tipo di elettore che sceglierà di votare in anticipo. Uno dei dati che salta all’occhio nelle prime analisi del voto per posta è infatti che i Repubblicani stanno andando molto forte.
L’equilibrio nel voto anticipato, che ricordiamo nel 2020 era 60 milioni a 32 milioni, sta cambiando.
Secondo i dati di NBC basati non sulle richiesta ma sui voti effettivamente espressi, gli elettori registrati Dem stanno votando molto in Michigan e Pennsylvania (per posta), ma anche in Wisconsin. C’è maggiore equilibrio invece negli altri tre stati chiave.
Come detto, c’entra anche la minor politicizzazione del voto anticipato, combinata al fatto che molti tra coloro che avevano straordinariamente votato prima di novembre nel 2020 quest’anno potrebbero tornare alle loro abitudini. Ma c’entra anche il fatto che in alcuni stati i Repubblicani stanno facendo attivamente campagna per il voto per posta, dopo aver provato in passato a convincere gli elettori che fosse truccato.
Ma chi è che vota in anticipo? Sono soprattutto gli anziani (3 su 4 sono over 50, la metà over 65) e più le donne che gli uomini.
Sulle proposte vince Harris
YouGov ha fatto un sondaggio chiedendo agli elettori di valutare una serie di proposte di campagna elettorale senza specificare chi le avesse formulate. Ne è emerso che gli elettori apprezzano di più le proposte di Kamala Harris rispetto a quelle di Donald Trump.
Quasi tutte le proposte della vicepresidente che sono state sondate sono apprezzate dalla maggioranza degli elettori, ma lo stesso non si può dire di quelle di Donald Trump. La proposta più apprezzata di Harris riguarda lo sviluppo di misure nuove per intercettare l’importazione di Fentanyl e altre droghe, mentre quella di Trump che ha riscosso maggiore successo è il detassamento delle pensioni. Al contrario le meno popolari sono l’accoglienza di più rifugiati per Kamala Harris e la deregolamentazione delle criptovalute per Donald Trump.
Ovviamente questo non è in aperto contrasto con il fatto che i due candidati siano affiancati nei sondaggi. Al di là del fatto che probabilmente pochi elettori conoscono le proposte, un’elezione presidenziale non è solo un concorso di idee.
Nella scelta del voto pesano diversi fattori, e oggi Harris è messa in difficoltà, fra le altre cose, dall’andamento dell’economia (e in particolare dell’inflazione) giudicato molto severamente dagli elettori.
Ma contano anche gli aspetti personali e caratteriali. Ad esempio, sempre secondo YouGov, quando pensano al Presidente come il la guida dell’esercito gli statunitensi iniziano a fidarsi più di Trump che di Harris, così come quando si evoca la possibilità, quasi certa di questi tempi, che il Presidente si trovi ad affrontare crisi internazionali.
Non solo: il 22% degli elettori non spera che ci sia una Presidente donna (in generale durante la propria vita, non nello specifico nel 2024) e un altro 22% non è convinto.
Trump punta i giovani maschi
Il Washinton Post ha pubblicato un interessante sondaggio sulle intenzioni di voto negli stati chiave sulla base dei consumi mediatici. Partiamo dalle cose che ci aspettiamo: chi frequenta X e guarda Fox News vota Trump, chi guarda NPR, CNN e legge i più importanti giornali nazionali è probabile che scelga Harris.
Forse però non tutti si aspettano che anche i consumatori di podcast e talk radio (quest’ultimo un mezzo storicamente vicino ai conservatori) votino Trump. Chi scrolla Instagram e Facebook per informarsi è più Repubblicano di chi invece guarda TikTok, anche se il pubblico dei due social è piuttosto simile alla media nazionale.
I podcast sono anche citati in un interessante articolo del New York Times su uno degli shift elettorali potenzialmente più interessanti di queste elezioni: quello dei giovani uomini.
Secondo l’articolo del New York Times, che si basa sull’Harvard Youth Poll, Donald Trump starebbe ottenendo ottimi progressi fra i giovani uomini, molto più che fra le giovani donne, che invece costituiscono un bacino di voti ancora favorevole ai Dem. Rispetto al 2020 il numero di giovani uomini che si identificano come elettori registrati Dem ha fatto segnare un -7%, quello dei registrati GOP un +7%.
Alla base di questo ci sarebbero le insicurezze di una generazione che ha vissuto la pandemia, la crisi economica e una vita trascorsa molto online, che l’ha portata su visioni antisistema. Ma ci sarebbe anche una strategia di comunicazione machista portata avanti da Donald Trump.
Il New York Times cita per l’appunto alcuni podcast, gli eventi a sostegno delle criptovalute, ma anche l’endorsement di esponenti del mondo dello sport come l’imprenditore Dave Portnoy e il presidente dell’UFC Dana White, protagonista fra l’altro del primo TikTok dell’ex Presidente. Una simile riflessione era stata fatta anche dall’Independent.
Tutto il resto: Bill Gates e (ancora) Elon Musk, l’esito più probabile, dove fanno campagna i candidati
💸 La settimana scorsa abbiamo scritto dei 75 milioni di dollari investiti da Elon Musk per sostenere Donald Trump tramite il suo Super PAC. Non scherza neanche Bill Gates, che secondo fonti giornalistiche ne ha investiti 50 di milioni, ma per Kamala Harris.
🚪 A proposito del Super PAC di Elon Musk, forse lo staff dell’organizzazione ha finto di fare campagna porta a porta.
🎁 Parlando ancora di Elon Musk, forse avrete sentito che, per favorire la registrazione al voto dei Repubblicani negli stati chiave, ha promesso di donare un milione al giorno agli elettori registrati che firmeranno la sua petizione. Ogni giorno un milione di dollari a un elettore diverso a caso. Se vi suona illegale forse non siete fuori strada: anche il Dipartimento di Giustizia americano dice che forse non si può fare.
🌊 In questo momento Kamala Harris, secondo FiveThirtyEight, ma anche secondo Nate Silver, è avanti in Michigan, Nevada e Wisconsin, ma dietro negli altri stati chiave.
Ma lo scenario in cui le elezioni finiscono effettivamente così è molto remoto. Come fa notare Nate Silver, quando i sondaggi vedono i due candidati così vicini la cosa più probabile è che una piccola sottostima di uno o dell’altro candidato faccia vincere tutti gli swing state a Trump o Harris.
🗺️ Se volete l’ennesima prova che il piatto forte di queste elezioni è la Rust Belt, guardate le mappe degli spostamenti dei candidati. Sia Trump che Harris hanno svolto il maggior numero di eventi in Pennsylvania, ma anche Michigan e Wisconsin sono gettonatissimi. Se vi chiedete invece perché Trump si impegna tanto a New York, forse la risposta è qui.
Ulteriori letture
A proposito di social e giovani elettori, c’è grande interesse attorno al profilo TikTok della campagna di Kamala Harris, guidato da uno staff giovanissimo. Ne ha scritto, fra gli altri, il Washington Post.
Parliamo tanto di sondaggi e di quello che significano, ma sappiamo che nel 2016 e nel 2020 non sono stati perfetti. Sul New York Times Nate Cohn ha scritto un articolo per spiegare cosa stanno facendo per renderli più precisi ed evitare gli stessi errori.