🏆 I Repubblicani hanno già vinto?
ParIiamo del Senato, dove il GOP è super-favorito (grazie alla mappa). Il dibattito fra i vice Walz e Vance e quello fra Donald e Melania sull'aborto
Non si vive di sole presidenziali. Il 5 novembre la sfida fra Trump ed Harris ci dirà molto sul futuro degli Stati Uniti, ma nessuno dei due potrà fare molto se si dovesse trovare ad affrontare un Congresso avverso, cosa da non escludere, visto che le camere si eleggono in modi e tempi diversi.
E visto che non è stata una settimana particolarmente scoppiettante nella corsa per la Presidenza, può essere la settimana giusta per allargare un po’ lo sguardo oltre 1600 Pennsylvania Avenue.
Al Senato ogni seggio è decisivo
Il Senato è spesso considerato la camera più in bilico, visto che i senatori sono appena 100. Una vittoria o una sconfitta in un singolo stato può fare la differenza fra essere maggioranza o minoranza. Inoltre ogni stato elegge due senatori, che sia la gigantesca California o lo spopolatissimo Wyoming, e questo oggi favorisce i Repubblicani, più forti in molti stati più rurali, nei quali vivono dunque meno persone. Ad aggiungere imprevedibilità c’è il fatto che il Senato viene rinnovato per un terzo ogni due anni (il mandato dura infatti sei anni), e quindi la sua composizione non rispecchierà solo il clima di opinione del momento.
Una cosa rende queste sfide ancora più interessanti: andranno al voto ben cinque dei sette stati chiave delle Presidenziali. Secondo i sondaggi però qui i Democratici dovrebbero fare una figura migliore nelle elezioni del Senato rispetto alle Presidenziali, dove le stime danno Harris e Trump molto vicini in tutti i sette swing states; ma nonostante ciò sembra molto probabile che i Repubblicani riescano a riconquistare il controllo della camera alta con 51 o addirittura 52 eletti.
I Repubblicani dovrebbero riprendersi due stati rossi
Perché il GOP è favorito? Perché la “mappa” degli stati al voto è molto sfavorevole ai Dem. Considerate una cosa, per esempio: da quattordici anni in West Virginia assistiamo a un’anomalia. Nonostante si tratti di uno stato pesantemente repubblicano (nelle ultime due presidenziali Trump ha vinto con circa 40 punti di margine) uno dei senatori che rappresentano lo stato è Democratico, per quanto atipico: Joe Manchin III (quel Joe Manchin che mesi e mesi fa era uscito dal partito per provare invano la corsa alla Casa Bianca da indipendente).
Sembra impossibile che Glenn Elliott, il nuovo candidato Dem, riesca a difendere il seggio per il suo partito; il suo avversario è il popolare governatore Jim Justice, che peraltro fino al 2017 era nel Partito Democratico pure lui.
Un’altra anomalia è quella del Montana, dove il Dem Jon Tester è senatore dal 2006 nonostante si tratti di uno stato a larga maggioranza repubblicana (nelle ultime tornate il GOP vince di 15 punti circa). Tester si ricandida, ma secondo i sondaggi rischia seriamente di perdere.
Un discorso a parte merita l’Ohio, altro stato ormai rosso dove i Dem difendono il seggio di Sherrod Brown. Secondo i sondaggi anche questo stato è in pericolo per i democratici, ma si tratta di una sfida molto combattuta.
Negli Swing States i Dem cercano l’en-plein
Nei cinque stati chiave delle presidenziali che votano anche per il Senato - Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona e Nevada - i Dem sono in vantaggio e spesso con margini molto superiori a quelli che dividono Trump e Harris. Una tendenza che si spiega sia col fatto che tre candidati democratici sono uscenti, sia con la difficoltà di Trump di trasferire i suoi consensi su candidati da lui sostenuti. Le midterm l’hanno suggerito sia nel 2018 che nel 2022: i candidati trumpiani non sono competitivi come Trump.
In Arizona Gallego (Dem) dovrebbe subentrare a Kyrsten Sinema, indipendente eletta a suo tempo con i Democratici. Secondo Siena College per il New York Times, per esempio, Gallego ha infatti 6 punti di vantaggio.
In Nevada la Democratica Jacky Rosen dovrebbe conquistare un secondo mandato, almeno secondo i sondaggi, che in molti casi le attribuiscono vantaggi rassicuranti.
Anche in Michigan i Dem sono avanti (di 5 punti secondo Siena College per il New York Times) con Elissa Slotkin, che vorrebbe subentrare alla compagna di partito Debbie Stabenow.
In Pennsylvania l’uscente Dem, Bob Casey Jr., è considerato in vantaggio, seppur di poco, su David McCormick. Sulla carta sono dati positivi per i Dem, visto che alle Presidenziali la Pennsylvania è veramente incerta, ma Casey nelle tre elezioni precedenti ha sempre vinto con margini molto alti (nel 2012 vinse di quasi 10 punti, nelle altre due elezioni riuscì a prevalere ancora più facilmente).
In Wisconsin tutti i sondaggi recenti danno la Democratica uscente Tammy Baldwin in vantaggio, in alcuni casi anche con margini ampi. Ad esempio secondo Siena College per il New York Times prevarrebbe di 7 punti.
Dove rischiano i Repubblicani?
Ci sono poi tre seggi, attualmente in mano ai Repubblicani, che i Democratici potrebbero insidiare, anche se le rilevazioni disponibili vedono ancora avanti i candidati del GOP.
In Florida Rick Scott (uscente, Repubblicano) ha un vantaggio di circa 4 punti mediamente su Debbie Mucarsel-Powell. Si tratta di uno stato un tempo in bilico alle presidenziali, che oggi sembra abbastanza solidamente nella colonna repubblicana. Il GOP infatti ha vinto qui le ultime due presidenziali, esprime il governatore dal 1998 e ha entrambi i senatori. Due anni fa Marco Rubio, una star del Partito Repubblicano, riconquistò il seggio al Senato vincendo di oltre 16 punti.
In Texas Ted Cruz, che forse ricorderete come sfidante di Donald Trump alle primarie del 2016, ha un vantaggio di pochi punti su Colin Allred. A settembre non è uscito nessun sondaggio con Cruz in vantaggio di più di 5 punti; anzi, per Morning Consult a inizio settembre era in svantaggio. Una vittoria Dem in Texas sarebbe storica, visto che lo spostamento a sinistra di questo stato (dovuto sia alla popolazione latinoamericana sia all’immigrazione di elettori con alto livello di istruzione da stati più Democratici) è un tema di cui si discute da tempo e ogni due anni più o meno ci si chiede se il Texas possa prima o poi diventare blu. I Repubblicani vincono però ogni elezione per la Presidenza, il Senato o il governatore dal 1992 ininterrottamente. Significa che le ultime 26 volte che il Texas intero ha dovuto scegliere fra il GOP e i Dem, ha scelto il GOP.
Postilla: in Nebraska si vota per entrambi i seggi (in uno il senatore in carica, Sasse, si è dimesso). In uno i Repubblicani sono saldamente avanti, l’altro invece potrebbe essere vinto a sorpresa da un indipendente ex Democratico, Dan Osborn. Forse Non è affascinante come Texas o Florida, ma vale sempre un seggio.
Tutto il resto: il dibattito fra i vice, Musk che finanzia i repubblicani, Melania Trump a favore dell’aborto, la Florida, e tanti auguri Jimmi Carter
⚔️ Si è svolto il primo ottobre il dibattito fra i candidati vice, Walz e Vance. Secondo l’instant poll di ssrs per la CNN il candidato Repubblicano ha fornito una performance leggermente migliore, ma non di molto. Il 51% degli americani pensa che abbia avuto la meglio nel dibattito, ma il 49% indica Walz come vincitore. In ogni caso entrambi hanno migliorato l’opinione che gli elettori hanno di loro.
💸 Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal Elon Musk avrebbe finanziato campagne di candidati repubblicani da prima di quanto si pensasse. Si parla di diverse decine di milioni di dollari.
🤰🏻 La moglie di Donald Trump, Melania Trump, nel suo memoir in uscita afferma di essere da tempo favorevole al diritto all’aborto, “senza nessun intervento né pressione da parte del governo”.
🎂 Il primo ottobre l’ex presidente Jimmy Carter ha compiuto 100 anni, ed è il primo ex inquilino della Casa Bianca a raggiungere quell’età.
🌴 Ci sono risultati più probabili di altri, ma secondo Kamala Harris sta recuperando in Florida, ex swing state oggi considerato abbastanza saldamente repubblicano: vale la pena investirci, si chiede Silver Bulletin?
🆕 Un aggiornamento in generale sulle presidenziali: nelle medie di FiveThirtyEight Trump conserva praticamente lo stesso svantaggio di una settimana fa a livello nazionale, ma ha rosicchiato dei decimi di punto in tutti gli stati chiave.
Ulteriori letture
Barack Obama farà campagna per Kamala Harris negli stati-chiave, riporta POLITICO.
In che modo vengono ponderati i sondaggi negli Stati Uniti? Una bella analisi con molti grafici, su Good Authority.