👩🏽 Cosa succede se Biden si ritira
Per il NYT ci sta pensando, ma nessun piano B credibile oggi batterebbe Trump. Cosa dicono sondaggi e scommettitori. Biden intanto diventa arancione e c'è una foto di R. F. Kennedy con un cane cotto.
Venerdì scorso abbiamo dedicato la newsletter al dibattito presidenziale e soprattutto alla domanda che tutti si sono posti dopo aver visto anche solo i primi minuti dell’atteso duello: il Partito Democratico può esprimere un candidato diverso da Biden?
In teoria sì, ma come abbiamo detto dipende tutto da Joe Biden, perché deve essere il Presidente a farsi da parte. Mercoledì il New York Times ha scritto che Biden sta valutando se continuare la sua campagna e che i prossimi giorni saranno cruciali, ma la Casa Bianca ha smentito questa intenzione (ma d’altronde cosa poteva fare altrimenti?).
Sicuramente rispetto alle reazioni a caldo, molto assolutorie nei confronti del Presidente, in questi giorni sono aumentati gli spifferi interni al partito. Insomma, anche i Dem vogliono capire se è possibile un piano B.
Quanto ha perso Biden?
Nella media dei sondaggi di FiveThirtyEight Biden ha perso poco più di due punti rispetto al giorno precedente al dibattito, passando da un sostanziale pareggio nel voto nazionale a essere 2,4 punti dietro. Tanto? Poco?
Difficile fare un bilancio, perché da un lato due punti in questo contesto contano, e anche tanto. A Biden potrebbe probabilmente non bastare vincere di misura nel voto popolare per riconquistare la Casa Bianca, per cui non può permettersi ulteriori arretramenti.
Per capirsi, i sondaggi post dibattito hanno riportato Biden più distante di quanto non lo fosse prima della condanna di Trump, l’altro grande plot twist delle ultime settimane.
Anche per questo motivo, secondo le quote degli scommettitori analizzate da RealClearPolitics, le sue chance di vincere il 5 novembre sono oggi molto basse, meno del 12% (meno di Kamala Harris).
D’altro canto due punti persi dopo un momento di enorme difficoltà, definito da alcuni anche storico se confrontato con altri momenti in cui un dibattito ha cambiato l’andamento delle elezioni, costituiscono un bilancio tutto sommato non disastroso per Biden, se non dovesse peggiorare col passare dei giorni.
Ci ricorda anche che in una politica molto polarizzata come quella americana è difficile smuovere elettori da una parte all’altra. Chi vota Biden conosce i suoi difetti, ma difficilmente voterebbe Trump, e lo stesso si può dire degli elettori di Trump.
Se si confrontano invece sondaggi degli stessi istituti prima e dopo il dibattito in alcuni casi lo scivolamento di Biden è più evidente. Secondo un nuovo sondaggio Siena Poll per il New York Times il Presidente oggi sarebbe 6 punti dietro Trump fra i probabili elettori. Appena nella scorsa newsletter vi avevamo detto che distava meno di 4 punti.
Nonostante ciò, l’opinione sull’opportunità che Biden resti il candidato Dem non è molto cambiata rispetto a prima del disastroso dibattito, almeno fra gli elettori Democratici e indipendenti.
C’è però un grosso problema che rischia di spazzare via tutti questi ragionamenti, e lo abbiamo già accennato prima: oggi i danni sono limitati, ma domani? Come può Biden condurre una campagna elettorale vincente se la sua principale preoccupazione è dimostrare non che può vincere, ma che è abbastanza lucido da poter partecipare?
Non tutti i piani B sono buoni piani
Biden non ha mai entusiasmato gli elettori: già quando ha annunciato la ricandidatura a fine aprile 2023 il 45% degli elettori Dem era contrario alla sua ricerca di un bis, soprattutto per motivi legati all’età.
Ma quando si è parlato nei mesi di una possibile alternativa a Biden, un “another Democrat” da testare nei sondaggi per vedere se effettivamente sarebbe andato meglio del Presidente, spesso non si è considerato che questo fantomatico piano B ha un vantaggio invidiabile: non esistere.
Ogni alternativa ha dei pregi rispetto a Biden, ma anche dei difetti, che emergono quando si passa da “another Democrat”, un Democratico ideale, a un nome vero. Le alternative a Biden sono sicuramente più giovani e vivaci, ma quanto sono note all’elettorato? Sono troppo di sinistra? Troppo di centro? Sono forti o no negli stati chiave?
Ovviamente molti hanno provato a testare in questi giorni dei nomi alternativi, con risultati diversi. Secondo il sondaggio di SSRS per la CNN, ad esempio, tutti i maggiori papabili per sostituire Biden andrebbero meglio del Presidente in carica. Biden infatti perderebbe di 6 punti, gli altri un po’ più di misura - a partire da Kamala Harris, la scelta più logica in caso di ritiro di Biden. La vicepresidente sarebbe due punti dietro Trump.
Anche secondo YouGov Kamala Harris sarebbe la scelta preferita dei Dem in caso di forfait di Biden, ma la vicepresidente non porterebbe reali benefici al partito. In una sfida a due contro Trump entrambi perderebbero di due punti.
Risultati a suo modo opposti li dà invece Ipsos nel suo sondaggio per Reuters. Secondo questo istituto, che è il più generoso con Biden fra quelli citati qui, il Presidente sarebbe pari a Trump in un duello fra i due, mentre tutti gli altri nomi papabili perderebbero, con l’eccezione di Michelle Obama.
Fra le alternative a Biden quindi Harris sarebbe sempre quella che andrebbe meglio, a parte Michelle Obama, che però sembra un’opzione meno plausibile data la sua nota avversione per la politica.
Insomma, ogni istituto ha i suoi numeri, apparentemente tutti diversi ma in un certo senso molto simili:
1. Tutti dicono che Harris sarebbe il piano B più sicuro, fra i politici in attività
2. Tutti dicono che nessuna alternativa a Biden oggi batterebbe Trump.
Infine, un aggiornamento dal mercato delle scommesse: secondo l’aggregatore di RealClearPolitics oggi Biden non è più il favorito per la conquista della nomination dei Democratici.
Tutto il resto: Trump ha l’immunità ma non per tutto, Biden è diventato arancione, come sono seguiti i dibattiti
⚖️ La Corte Suprema ha deciso che Trump, come in generale tutti i presidenti, gode di immunità totale per gli atti ufficiali svolti nel suo mandato presidenziale, ma non necessariamente per tutto ciò che ha fatto nel tempo in cui era Presidente. La sentenza riguarda il processo per i fatti del 6 gennaio e potrebbe aiutare Trump a evitare qualche capo di accusa. Di sicuro ha rallentato molto tutto il processo, ed è già questa una vittoria per l’ex Presidente.
📺 Ma alla fine in quanti hanno visto il dibattito? Secondo un sondaggio di Siena Poll per il New York Times quasi 6 elettori su 10, ma se gli anziani l’hanno guardato in diretta, i giovani hanno visto più spesso delle clip estratte dal dibattito.
In realtà se si guardano i dati dell’audience gli spettatori della diretta televisiva sono molti meno, circa 51 milioni.
🗎 Nei sondaggi Trump è avanti ed è andato meglio nel dibattito, lo sappiamo, ma chi ha le proposte più apprezzate? Secondo un sondaggio di YouGov Joe Biden, soprattutto quando parla di sanità e welfare, ma soprattutto armi.
Le proposte di Trump piacciono generalmente un po’ meno, ma va forte quando si parla di immigrazione.
🍊 Anche Biden è diventato arancione, forse per rimediare goffamente alla sua immagine pallida messa in mostra nel dibattito.
Ulteriori letture
Vanity Fair ha pubblicato un lungo ritratto di Robert F. Kennedy jr evidenziando molti dei suoi scheletri nell’armadio, dalla dipendenza dall’eroina alle accuse di violenza sessuale, passando per l’aver forse mangiato un cane (di sicuro ha posato in una foto con un cane cucinato).
Passando da Vanity Fair a Vogue, Jill Biden, moglie del Presidente, ha parlato del suo essere First Lady, delle campagne del marito e del dibattito di giovedì scorso.
Non sarebbe la prima volta che un Presidente in carica decide tardi di tirarsi fuori dalla campagna di rielezione, ma i problemi del precedente di Johnson cosa dicono sulle difficoltà che affronterebbero i Dem nel caso di un passo indietro di Biden? Proviamo a capirlo con Politico.