🤝 Arriva il primo dibattito Trump-Biden
Kennedy è fuori dal primo duello tv, a cui Trump e Biden si stanno preparando in ogni dettaglio. Il calo dei Dem tra le elettrici è un problema (perché?), e una novità se andate a scuola in Louisiana.
Alla fine Robert F. Kennedy jr. non parteciperà al primo dibattito presidenziale, organizzato dalla CNN per il 27 giugno. Il candidato indipendente, che nei sondaggi sta raccogliendo intorno al 10%, non ha soddisfatto due dei criteri imposti dal canale TV.
Prima di tutto avrebbe dovuto raggiungere il 15% in quattro sondaggi nazionali considerati affidabili, e per ora ha raggiunto questo obiettivo in tre: uno della CNN stessa, uno della Quinnipiac University e uno della Marquette University Law School.
Inoltre gli si chiedeva di essere sulle schede elettorali di un numero sufficiente di stati per poter raggiungere, almeno in teoria, quota 270 grandi elettori, cioè quelli necessari per vincere. Al momento la sua candidatura è stata accettata in 6 stati, cioè California, Delaware, Hawaii, Michigan, Oklahoma e Utah - decisamente pochi per avvicinarsi alla soglia.
Kennedy era certo, o quantomeno così diceva, che sarebbe stato accolto anche sulle schede di altri stati, ma per ora non è accaduto. Al contrario altri candidati secondari soddisfano il requisito delle schede elettorali, ma sono lontanissimi da quello dei sondaggi, che Kennedy invece aveva quasi centrato.
Un solo altro dibattito presidenziale è previsto, per adesso - quello organizzato per il 10 settembre dalla ABC. Chissà se ci sarà anche RFK jr.
Le regole del primo dibattito e le strategie dei candidati
Il primo dibattito presidenziale inizierà il 27 giugno alle 21 locali, cioè le 3 di notte del 28 giugno in Italia. Una sfida anche per i nottambuli elettorali più ostinati (sappiamo che ci siete).
A moderare il dibattito tra Trump e Biden nello studio CNN di Atlanta saranno due volti molto noti del canale, Jake Tapper e Dana Bash. Secondo quanto ha comunicato il network, la durata prevista del dibattito è di un’ora e mezza, con due interruzioni pubblicitarie nel mezzo, e - novità - non ci sarà il pubblico in studio.
Altri dettagli da conoscere: saranno accesi solo i microfoni del candidato a cui spetta la parola e, anche se sul palco non sarà possibile portare appunti o oggetti di alcun tipo, ai candidati saranno consegnati un taccuino, una penna e una bottiglietta d'acqua. Intanto, dopo i sorteggi sappiamo che Biden sarà a destra dello schermo e che Trump avrà l’ultima parola.
È atipico che il primo dibattito presidenziale sia a giugno, cioè prima delle convention dei due partiti principali, ma se vogliamo la scelta di anticipare i confronti tv può dare agli elettori la possibilità di giudicare meglio i candidati prima che parta il voto anticipato, consentendo così ai candidati e ai loro team di concentrarsi sulla campagna “on the ground” tra settembre e novembre.
I dibattiti, infatti, impegnano molto tempo e molte energie, non solo per i candidati ma anche per i loro staff. La preparazione è meticolosa, specie per Biden, che si sta preparando a Camp David con le consuete simulazioni del dibattito insieme ai suoi consulenti, i quali, secondo quanto riporta la CNN, hanno compilato elenchi con ogni tipo di domanda e i possibili attacchi da parte di Trump – con possibili risposte a ognuno.
Anche Trump, nel frattempo, si è avvalso dell’aiuto di parlamentari, esperti e consiglieri per prepararsi al dibattito. Sembra però che DJT finora non si sia dedicato a dibattiti simulati o giochi di ruolo, a differenza di Biden: il suo staff sembra voler dare l’idea che a Trump non serve lo stesso lavoro di preparazione di cui altri candidati – e in particolare il presidente in carica – hanno bisogno. Una tipica cosa da Trump.
Il voto delle donne preoccupa Biden
Secondo una media dei sondaggi pubblicata dal New York Times, Biden avrebbe al momento un vantaggio di circa 8 punti su Trump tra le donne. Un segnale che dovrebbe preoccupare il presidente in carica, dal momento che alle presidenziali 2020 il vantaggio tra le donne era stato di 13 punti. Il calo più marcato si registra tra le donne non bianche: le afroamericane - tra le quali il vantaggio di Biden su Trump passerebbe dagli 86 punti del 2020 ai 58 attuali - e le ispaniche - con un calo da 40 a 12 punti di vantaggio.
Non solo: a destare più di una preoccupazione per il presidente in carica è anche il fatto che, sempre secondo il New York Times, tra gli uomini il vantaggio di Trump su Biden sarebbe tornato in doppia cifra (+12 punti) mentre quattro anni fa era di 5 punti. Per farla breve: il vantaggio di Biden tra le donne è minore del vantaggio di Trump tra gli uomini.
Del resto, i sondaggi mostrano che tematiche come l’aborto restano sì cruciali per mobilitare una parte di elettorato femminile, ma le questioni economiche, a partire dall’inflazione, mantengono un ruolo predominante nella campagna elettorale per fette più grandi di elettorato, e di questo beneficia Trump.
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A proposito di donne: Trump potrebbe scegliere una candidata per la vicepresidenza? Dopo il tracollo delle chances di Kristi Noem (la governatrice del South Dakota che ha raccontato di aver sparato al suo cane), sembra rimasta in lizza solo la deputata Elise Stefanik. E anche se non abbiamo una risposta chiara alla domanda “ma le donne votano le donne?”, puntare su una candidata VP sarebbe una scelta sorprendente, se non altro perché sarebbe la seconda volta nella storia del GOP (dopo Sarah Palin nel 2008; i Democratici sono invece già a quota due, con Geraldine Ferraro nel 1984 e Kamala Harris nel 2020, senza contare Hillary Clinton che corse per la presidenza nel 2016).
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Tutto il resto: le parole di Trump sulla green card, la super-donazione di Bloomberg, e se andate a scuola in Louisiana ora troverete i Dieci Comandamenti
👨🎓 Trump si è dichiarato pronto a concedere la green card a tutti gli studenti stranieri che conseguiranno la laurea negli Stati Uniti. Poche ore dopo però una sua portavoce lo ha smentito parzialmente restringendo il campo dell’iniziativa, parlando di controlli severi che avrebbero “escluso tutti i comunisti, gli islamici radicali, i sostenitori di Hamas, chi odia l’America e le cariche pubbliche”.
💰 Michael Bloomberg, 15° uomo più ricco al mondo secondo Forbes, ha recentemente erogato una super-donazione da 20 milioni di dollari alla campagna di Biden. Sindaco di New York tra 2002 e 2013 con i Repubblicani, Bloomberg è poi passato ai Democratici, candidandosi anche alle primarie Dem del 2020 (sono le memorabili primarie in cui ha speso 500 milioni di dollari di tasca sua e ha vinto solo i caucus delle American Samoa). Lo scorso mese ha ricevuto la Presidential Medal of Freedom da Biden. Ah, quanto a donazioni ricevute ora è Trump a passarsela meglio di Biden: c’entra molto la condanna nel processo di New York, che ha risvegliato i donatori trumpiani.
✝️ In Louisiana è stata promulgata una legge statale che impone di tenere esposti i Dieci Comandamenti in ogni classe nelle scuole pubbliche. La Louisiana, roccaforte dei Repubblicani che qui non perdono un’elezione presidenziale dal 2000, è l’unico stato che ha introdotto questo obbligo e diverse associazioni hanno già annunciato battaglia legale per una legge che ritengono incostituzionale. Ma il governatore Jeff Landry intende tirare dritto.
Ulteriori letture
Nate Silver farà anche quest’anno il suo modello predittivo sulle elezioni presidenziali, il primo dopo aver lasciato FiveThirtyEight. Qui qualche dettaglio.
Il video con Biden che sembrava vagare disorientato al G7 in Italia era fuorviante, ma è circolato ovunque: una storia di misinformation, spiegata su NBC News.
La valutazione dell’intelligence americana è che ai cinesi non importi troppo se vince Biden o se vince Trump. Su Bloomberg.
E se alla fine i Democratici stravincessero queste elezioni? L’Atlantic esamina uno scenario al quale a oggi credono in pochi.